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La dichiarazione dei redditi è il modello che deve essere compilato da tutti i residenti in Italia per il calcolo dei propri redditi e di conseguenza dell’imposta dovuta. La dichiarazione comprende tutti i redditi: quelli di lavoro e di pensione, quelli di terreni e fabbricati, quelli di capitale (cioè derivanti da investimenti tassati), quelli di lavoro autonomo e di impresa, quelli diversi, cioè non classificati altrove ma comunque percepiti nell’anno.

Attraverso questo atto il contribuente, che può essere una persona fisica o giuridica (ad esempio, una società, o un ente associativo), mette l’Amministrazione finanziaria a conoscenza del reddito percepito in un determinato periodo, che di solito coincide con l’anno solare.

Il cittadino va ad indicare i propri redditi e provvede al calcolo dell’imposta su essi dovuta, attraverso uno specifico modello, chiamato modello UNICO, che cambia a seconda della natura del contribuente: persona fisica, società di persone, società di capitali o ente non commerciale; le persone fisiche che non siano titolari di partita IVA possono compilare, in sostituzione del modello UNICO, il modello 730.
Fino al 2013 era prevista anche una versione semplificata del modello UNICO persone fisiche cosiddetta “Mini”, per contribuenti non titolari di partita IVA e non tenuti alla presentazione della dichiarazione per altri soggetti: dall’anno di imposta 2014, tale modalità dichiarativa è stata abolita, in quanto sostituita dal modello 730 precompilato.

Redditi imponibili

Cerchiamo ora di capire chi deve presentare questo modello; sono tenuti a presentare la dichiarazione tutti coloro che hanno percepito, nel periodo di imposta, redditi imponibili. Imprenditori e professionisti sono obbligati alla presentazione anche in assenza di redditi o in presenza di perdite.
Sono compresi in questo obbligo anche i soggetti dotati di capacità d’agire nel senso generale del diritto, come eredi, tutori, rappresentanti legali del minore e di soggetto incapace, per i redditi da questi ultimi percepiti.

Sono invece esonarati dall’obbligo della dichiarazione tutte le persone, al di fuori di imprenditori o professionisti, che non abbiano redditi tassabili o abbiano soltanto redditi tassati alla fonte, come il pensionato o il lavoratore dipendente.
In particolare, sulla base delle istruzioni ministeriali, non sono tenuti a compilare la dichiarazione dei redditi:

I titolari di reddito dipendente percepito da un unico soggetto;

i titolari di più redditi dipendenti, qualora il datore di lavoro abbia già provveduto al conguaglio fiscale, cioè a quell’operazione di ricalcolo dell’imposta dovuta sull’intero reddito di lavoro dipendente percepito nell’anno;

i titolari di reddito da lavoro dipendente per 365 giorni,  con reddito complessivo non superiore a € 8.000;

i titolari di reddito da pensione per 365 giorni, con reddito complessivo non superiore a € 7.750 (8.000 per chi ha superato i 75 anni);

i titolari di reddito da lavoro dipendente e reddito della casa di abitazione;

i titolari di solo reddito derivante dalla casa di abitazione e pertinenze;

i titolari di redditi da terreni e fabbricati, complessivamente inferiori a € 500,00;

i titolari di soli redditi di terreni e fabbricati non locati.

i titolari di soli redditi esenti (pensioni di invalidità, di guerra, talune borse di studio);

i titolari di redditi tassati alla fonte (interessi su BOT e altri titoli);

tutti coloro la cui imposta sia inferiore ad € 10,33 e non siano obbligati alle scritture contabili.

Modulo dichiarazione dei redditi

Per quanto riguarda la modalità di presentazione, la dichiarazione dei redditi deve essere prodotta in via telematica, utilizzando i siti preposti direttamente dall’interessato, o attraverso il servizio offerto dagli intermediari fiscali, come i commercialisti e altri professionisti che sono in grado di prestare servizi tributari, perchè in possesso di regolare certificazione; anche i CAF possono aiutarvi in questo caso.
Una volta compilato il modello cartaceo deve comunque essere sottoscritto dal contribuente e conservato per i cinque anni successivi all’anno di presentazione.

Andiamo ora a vedere più precisamente come si compila questa dichiarazione; si deve indicare all’interno di ciascun quadro il reddito corrispondente. Così, nel quadro RA saranno indicati i redditi fondiari, nel quadro RB i redditi di fabbricati, nel quadro RC i redditi di lavoro dipendente, nel quadro RE i redditi di lavoro autonomo e assimilati, nei quadri RF e RG i redditi di impresa, nel quadro RI i redditi di capitale, nel quadro RH i redditi prodotti in forma associata, nel quadro RL i redditi diversi.
Il reddito complessivo si va a ricavare dalla somma dei redditi posseduti e riportati nei vari quadri; alla fine è necessario sottratte da questo importo totale le deduzioni spettanti.

Sommati tutti i redditi e sottratti gli oneri deducibili, come le spese mediche, gli interessi passivi sulla prima casa, si ottiene il reddito imponibile, cioè il reddito sul quale si calcola l’imposta, secondo gli scaglioni di reddito, attualmente previsti dalla Legge 296/2006.

Quali sono però le principali novità sulla dichiarazione dei redditi 2019? tra queste c’è l’introduzione del modello Redditi PF precompilato per professionisti, artigiani e imprenditori dotati di Partita IVA.

L’agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti titolari di partita IVA, che hanno optato per la trasmissione telematica delle fatture e dei corrispettivi alle Entrate. Praticamente questa novità riguarda esclusivamente i soggetti che operano in Contabilità Semplificata.

Altra novità è quella che riguarda i rimborsi da 730 superiori a € 4.000. E’ stata abolita la norma che prevede l’effettuazione di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sui crediti di importo superiore a € 4.000. Questa norma imponeva dei controlli per i crediti superiori alla soglia derivanti da detrazioni per carichi di famiglia e crediti derivanti da dichiarazioni precedenti.

Controllo dichiarazione dei redditi

Adesso questo tipo di verifiche sono state sostituite da controlli preventivi, ma solo in presenza di rimborsi di importo rilevante. Il controllo dovrà essere effettuato entro massimo 4 mesi dal termine di presentazione della dichiarazione dei redditi. In generale è necessario essere molti attenti a questi modelli dichiarativi. Innanzitutto perché la presentazione di un modello piuttosto che dell’altro è vincolato ad alcuni requisiti. Secondo perché ogni modello ha delle scadenze di presentazione differenziate. È necessario poi tenere presente che la presentazione della dichiarazione dei redditi su modello non conforme a quello ministeriale presuppone l’effettuazione di un errore formale

può essere utile, per assicurarsi che sia tutto ok, affidarsi ai consigli degli addetti ai lavori, che vi sapranno indirizzare al meglio, non tanto per la dichiarazione in senso generale, ma soprattutto nella comunicazione repentina di eventuali cambi di date che si possono sempre verificare anche ad anno in corso.

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