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Cerchiamo di capire come avviene il pagamento della ritenuta in acconto; quali sono i casi in cui è neccessario farlo e verso chi. Andremo a vedere anche in che modo potete calcolarla correttamente; ci sono diversi casi. Quelli in cui si svolgono dei lavori con cadenza occasionale, oppure i casi in cui siete titolari di Partita Iva. In questo settore è bene fare chiarezza, perchè spesso ci si trova in confusione per quanto riguarda i diversi tipi di lavoro che si vanno a svolgere. in molti casi ci troviamo a corrispondere un tipo di prestazione, che non sappiamo come gestire al meglio, quando si tratta di accompagnarla con questo documento che è la ritenuta d’acconto.

Se non si ha Partita Iva

Un altro esempio è quello del libero professionista, che magari ancora non possiede una partita iva, oppure un dipendente che oltre al suo lavoro regolare svolge altri tipi di lavori occasionali per integrare il proprio stipendio.

In tutti questi casi, dovete fare la ritenuta d’acconto; un altro caso è quello degli avvocati o consulenti che emettono la fattura.A meno che non facciano parte della categoria a regime forfettario, che non prevede la ritenuta d’acconto, all’interno del vostro documento di pagamento per i vostri clienti dovrete inserire la ritenuta d’acconto.

Ci sono poi tanti altri casi come prestazione occasionale e prestazione da lavoratore autonomo con partita IVA.Cerchiamo di capire realmente la natura della ritenuta d’acconto, quanto avete l’obbligo di farla e perché si tratta di un documento basilare che deve rientrare nella vostra dichiarazione dei redditi.

Lavori occasionali ritenuta d’acconto

La ritenuta d’acconto è una tassa che gli enti Irpef o Ires applicano ai compensi ricevuti dal lavoratore, che riceve dei pagamenti da un cliente o committente di un determinato lavoro.

Come appare nella dicitura del documento, si tratta di un acconto che viene corrisposto allo Stato dal tuo committente, o dal tuo cliente.

In Italia, ci sono delle figure specifiche che devono pagare la ritenuta d’acconto; tutti quei soggetti che percepiscono un reddito da lavoro autonomo; i dipendenti di aziende private o pubbliche, nel loro caso la ritenuta d’acconto sarebbe l’Irpef mensile.

Chi percecipisce dei redditi provenienti da dei capitali e tutti gli altri tipi di redditi che sono soggetti alla ritenuta d’acconto; in questo caso è bene tenersi sempre aggiornati sulle norme vigenti.

Uno dei lavori più diffusi è il lavoro autonomo in cui le ritenute di acconto si attenstano sul 20% da parte del cliente.

Ci sono anche le ritenute, sulle prestazioni occasionali, sui redditi di lavoro autonomo ai fini Irpef, sulle fatture tra titolari di Partita Iva. In questo caso bisogna andare a vedere il tipo di regime a cui sono iscritti i diversi titolari di partita iva. C’è un altro caso in cui non avete ancora la partita iva, o siete dei dipendenti e allo stesso tempo svolgete dei lavori occasionali.In quel caso dovete fare la ritenuta d’acconto, anche se spesso viene fatta anche sui lavori non proprio occasionali.

È bene precisare che ci sono dei limiti stabiliti dalla Legge per la ritenuta d’acconto; il primo è quello dei 5 mila euro di compenso totali, cioè che provengano da tutti i clienti.

Importo non superiore a 30 mila euro l’anno

Per quanto riguarda il seondo limite, parliamo di giorni di lavoro, che non devono superate i 30 mila euro all’interno dell’anno solare.

Anche per quanto riguarda i contributi, questo tipo di lavoro prevede la cosidetta iscrizione alla gestione separata, in cui andrete a versare i contributi calcolando il compenso percepito, se superiore ai 5 mila euro annui.

Nel caso in cui non arrivate al limite dei 5 mila euro e venite pagati dietro presentazione della ritenuta d’acconto, ci sono alcuni dati che dovete conoscere.

Successivamente allo svolgimento della vostra prestazione, dovete dare una ricevuta al vostro cliente o committente, che non è però una fattura, bensi una ricevuta.

Inserirete i vostri dati, quelli del committente, la tipologia di prestazione svolta e quanto è previsto al lordo, quindi con il 20%. Successivamente calcolate l’importo di questo 20% e inseritelo e infine ricavate la cifra netta che dovrete ricevere.

Datore di lavoro paga il 20%

Questa ricevuta di solito viene fatta successivamente al pagamento; in alcuni casi però il datore di lavoro ha bisogno di riceverla prima, per sapere quanto pagarti; quindi dovrete farla prima. Il vostro datore di lavoro entro il 16 del mese successivo a quando vi ha pagato, è obbligato a pagare la ritenuta d’acconto allo Stato, cioè il 20% che ha conservato all’inizio.

Adesso andiamo a vedere come compilare una ritenuta d’acconto, anche nel caso in cui emettete una fattura.

Quando emetti la fattura, dovei calcolare il 20% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, con l’obbligo di rivalsa (rivalsa INPS se si è iscritti all’Inps come ente che è del 4% o del 2% se per esempio si è iscritti all’Inpgi).

La ritenuta d’acconto al 20% va aggiunta e calcolata all’interno della fattura, una volta che vi viene pagato il compenso per il vostro lavoro qualificato.

Base imponibile

Nei casi in cui il lavoro viene fatto in Italia, l’aliquota ordinaria per i redditi da lavoro autonomo è del 20% sull’imponibile. Andiamo a vedere cosa si intende per base imponibile; questa è la cifra base sulla quale viene aggiunta l’aliquota, che può avere diverse voci d’imposta: compensi professionali; contributo del 4% per chi è iscritto alla Gestione Separata dell’INPS; cifre relative ai rimborsi spese al di fuori di ristoranti o alberghi.

Un esempio pratico può essere questo: se avete un imponibile di 100 euro, chi deve effettuare il pagamento nei vostri confronti dovrà corrispondervi 80 euro come compenso maggiorato delle imposte e più eventuale rivalsa, + 20 euro come ritenuta d’acconto.

Questa cifra di 20 euro, il tuo datore di lavoro o cliente dovrà versarli all’Erario entro il 16 del mese successivo.

Questi 20 euro non saranno visibili a voi sul vostro conto corrente, perchè il vostro datore di lavoro li ha versati come acconto. Andiamo a vedere quando deve essere pagata la ritenuta d’acconto; come abbiamo visto entro il 16 del mese successivo a quando ha pagato il lavoratore. Nel caso in cui il 16 capita come giorno festivo si paga al primo giorno lavorativo che viene dopo, a parte il mese di agosto.

Questo pagamento si effettua tramite il modello F24 utilizzando i codici tributo che appartengono al tipo di reddito pagato, che si possono vedere sul sito dell’Agenzia delle entrate.

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