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L’arrivo del Coronavirus, ha stravolto completamente l’Italia da ogni punto di vista, specialmente quello riguardante le finanze.

Di conseguenza, l’economia del Paese sta andando incontro ad una vera e propria crisi, che si sta già riversando su una serie di settori specifici.

A questo punto ci si chiede: cosa rischia l’Italia e quali potrebbero essere le conseguenze per icittadini, le imprese e i rapporti con l’estero?

Novità sul MES

Innanzitutto, parliamo della questione MES.

Questa sigla sta per Meccanismo Europeo di Stabilità (in inglese European Stability Mechanism, ESM) e fa riferimento al Fondo salva-Stati.

In parole povere, si tratta di un’organizzazione internazionale che ha come obiettivo principale quello di mantenere un certo equilibrio tra le nazioni, sul fronte economico, attraverso un fondo finanziario europeo.

Tale misura entrò in vigore verso la fine del 2011, in seguito ai debiti pubblici di alcuni Stati (in particolar modo la Grecia) che stavano prendendo una brutta piega.

Adattandolo alla situazione che sta coinvolgendo l’Italia per via del Coronavirus, è probabile che si decida di effettuare un consiglio tra i componenti dell’Unione Europea, per offrire assistenza.

Infatti, secondo l’articolo 3 del MES, è previsto che tutti gli Stati debbano contribuire a tale fondo, per venire incontro in caso di vera necessità.

Questo perché se uno dei membri dovesse intraprendere la strada del declino, ci sarebbero gravi ripercussioni dal punto di vista monetario, e dunque dell’Euro.

Si tratta di un sistema abbastanza giusto ed efficace, poiché va ad eliminare qualsiasi tipo di prestiti bilaterali, generando così un’uguaglianza tra i membri.

Pertanto, vista la situazione abbastanza critica per l’Italia, il MES risulterebbe una giusta trovata. A questo punto ci si chiede: che sviluppi potrebbero esserci in merito?

Al momento, non si è ancora deciso nulla, poiché il Coronavirus sta man mano interessando tutti i Paesi dell’Unione Europea. Ciò significa che a breve potrebbero essere in tanti a necessitare aiuto.

Riforme UE rimandate

Viste le premesse, possiamo ben intuire che la questione MES e diverse riforme UE siano rimandate.

Non si sanno con esattezza i danni economici del Coronavirus e per poter fare una stima bisognerà attendere un paio di settimane e tener conto di diversi fattori.

Tra l’altro, tramite il decreto “io resto a casa” si sta cercando di monitorare il più possibile il tasso di mortalità e il numero di contagi. Se la situazione dovesse peggiorare, è probabile che la quarantena per i cittadini sarà prolungata, almeno fino alla metà di aprile.

Di conseguenza, ciò implicherebbe un ulteriore danno all’economia (basti pensare al fatto che attualmente soltanto il 10% della popolazione risulta ancora attivo a livello lavorativo).

Insomma, bisogna temporeggiare un altro po’ per inquadrare al meglio la situazione. A tal proposito, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ha voluto dire la sua in una diretta social.

Ha spiegato che a seguito dell’incontro Eurogruppo, gli Stati dell’Unione Europea hanno messo in circolo vare idee ma non si è ancora giunti ad una vera e propria conclusione.

Andando nello specifico, riguardo il MES, Mario Centeno (presidente dell’Eurogruppo), ha dichiarato:

“Diamo risposta potente ma sappiamo che il virus non ha raggiunto il suo picco. Non dobbiamo prenderci in giro, sono i primi passi in una temporanea ma lunga battaglia. Il contenimento forzato sta portando le nostre economie ai tempi di guerra.

Inoltre, assicureremo che le regole di bilancio e quelle per gli aiuti di stato non impediscano di sostenere le nostre economie. La flessibilità c’è e sarà pienamente utilizzata.

Inoltre, si prenderanno misure che possano aiutare a superare il gap fino a che il virus non sarà passato”.

Crollo borse e banche

Se dovessimo parlare dell’economia a 360 gradi, è impossibile non citare la questione borse e banche.

A Piazza Affari, il FTSE MIB (ossia l’indice azionario della borsa italiana) ha visto nelle ultime settimane un calo clamoroso.

A livello europeo, Milano risulta essere la borsa peggiore, presentando dei dati davvero drastici per l’economia.

Pensate che sono bastate due settimane per mettere a repentaglio la stabilità di tutti gli andamenti positivi registrati nello scorso anno.

Per quanto riguarda le banche invece, c’è una situazione abbastanza particolare che vede i sindacati dei bancari e la loro richiesta di chiudere le filiali per una quindicina di giorni.

Nuovo comunicato ABI

Mantenere le filiali chiuse, non sembrerebbe essere fattibile.

Tuttavia, il direttore dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) Patuelli, ha spiegato che molte banche sono aperte ma si consiglia vivamente di recarsi soltanto in casi eccezionali.

Questo perché al giorno d’oggi abbiamo la tecnologia, un’arma potentissima che ci consente di gestire gran parte delle operazioni comodamente da casa, tramite app su smartphone o sito web dal pc (ad esempio controllare il saldo del proprio conto corrente, effettuare bonifici e transazioni varie ecc). 

Per quanto riguarda i prelievi invece, esistono gli sportelli bancomat che ci consentono di usufruire di numerosi servizi, senza dover necessariamente entrare all’interno della filiale e mettere a rischio la salute del personale.

Molti di voi, a questo punto si chiedono come dovrebbero comportarsi gli anziani, che talvolta non possiedono una grande dimestichezza con le procedure bancarie e allo stesso tempo si rivelano i soggetti più sensibili al Coronavirus.

Anche qui, Patuelli fa un invito ben preciso, ossia quello di chiamare la propria banca e parlare dei possibili problemi per via telefonica. Eventualmente (ma proprio in rari casi) si avrà modo di prendere un appuntamento riservato su prenotazione. 

Insomma, al momento le banche italiane non mollano ma la situazione potrebbe sempre subire delle modifiche nelle prossime settimane.

Situazione BCE

Ovviamente, la situazione coinvolge pienamente anche gli altri Stati europei.

Tuttavia, negli ultimi giorni si è verificato uno scandalo da parte di Christine Legarde, presidente della BCE (Banca Centrale Europea). Quest’ultima avrebbe detto “non siamo qui per far scendere lo spread”.

Tali parole, hanno lasciato un forte senso di amarezza, poiché con una simile frase sarebbe andata contro ad una serie di principi che caratterizzano l’Unione.

Ma per fortuna, il capo economista della BCE Philip Lane, ha preso in mano la situazione, andando in un certo senso a smentire le parole della Legarde, affermando:

“Siamo pronti a fare di più e ad adottare tutti i nostri strumenti, se necessario, per assicurare che gli alti spread che vediamo oggi, a causa dell’accelerazione del coronavirus, non mettano in pericolo la trasmissione della nostra politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona”.

Insomma, una risposta che piace maggiormente e che fa ben sperare.

Commissione europea finanzia le start up

Una delle possibili soluzioni riguardanti il mondo dell’economia italiana, si lega strettamente alle start up.

Quest’ultime sono delle piccole aziende appena nate che cercano di introdurre idee e strategiche, spesso basate sull’innovazione e sull’ecosostenibilità.

Proprio per tale motivo, a Bruxelles si è tenuto un incontro della commissione europea, che avrebbe stabilito un budget di 164 milioni di euro da destinare alle startup, in modo da contenere i danni economici del coronavirus.

Tra gli obiettivi principali, ci sono i progetti EpiShuttle, m-TAP e Mbent. Ognuno di essi, mira a delle soluzioni volte alla riduzione di mobilità umana, emissioni di sostanze chimiche nell’aria e realizzazione di unità di isolamento specificate.

In termini più semplici, attraverso le startup si cercherà di sfruttare al meglio le risorse naturali e tecnologiche, per far sì che il lavoratore possa svolgere gran parte delle proprie mansioni da casa.

Di conseguenza, si andrà a ridurre il rischio di contrarre il Coronavirus, e portare miglioramenti riguardo l’inquinamento atmosferico.

Inoltre, per far sì che ciò avvenga in maniera efficace si punterà sull’intelligenza artificiale e sulla crescita del cloud.

Questo termine racchiude un insieme di tecnologie che hanno il compito di erogare servizi on demand (tra cliente e fornitore) sfruttando la rete Internet.

Così facendo, si avrà modo di portare a termine diversi lavori da remoto, mandando comunque avanti l’economia del Paese.

Debito pubblico

Come molti di voi già sanno, negli ultimi decenni l’Italia aveva accumulato un debito pubblico non indifferente (che superava i 2.400 miliardi).

Per assurdo, il 2019 non era stato chissà quanto negativo e il nostro Paese era riuscito a chiudere l’anno in maniera poco drastica, andando a recuperare una minuscola parte.

Adesso però, l’arrivo del Coronavirus ha certamente cambiato le prospettive di recupero, anzi. E’ probabile che il 2020 passerà alla storia come anno peggiore per l’economia italiana.

Tuttavia, bisogna ammettere che siamo soltanto all’inizio di tale fenomeno e non sappiamo minimamente come potrebbero cambiare le cose (sia in positivo che in negativo).

Tra l’altro, ci sono ancora tantissime norme da stabilire e decisioni da prendere a livello europeo, prendendo in considerazione la situazione di ogni Stato membro.

Al momento, l’Italia è la zona rossa per eccellenza ma ciò non toglie che nei prossimi mesi, altre nazioni potrebbero fronteggiare il problema con maggiori difficoltà.

Nel frattempo però, è stato messo in vigore il decreto Cura Italia, per far sì che si limitino i danni.

Decreto Cura Italia

A questo punto ci si chiede: in cosa consiste il programma e quali sono le misure prese dal governo per andare incontro al bene dei cittadini?

Il decreto Cura Italia ha ricevuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri. A spiegarlo nel dettaglio è stato Giuseppe Conte, attraverso una diretta nazionale, sui principali canali televisivi. Egli, ha spiegato che:

“Nel decreto #CuraItalia una manovra poderosa da 25 miliardi. Il Governo è vicino ai medici, agli infermieri, alle tante imprese, ai commercianti, ai liberi professionisti, alle famiglie, ai nonni, alle mamme e ai papà, ai giovani, che stanno facendo tutti grandi sacrifici per il bene più alto: la salute dei cittadini. Nessuno deve sentirsi abbandonato”.

Andando nello specifico, esso prevede lo stop di versamenti:

  • Fisco a venerdì 20 marzo 2020
  • Imprese e professionisti sotto 2 mln euro
  • Per tutti i settori più colpiti

Ma anche per:

  • Ritenute per società sportive
  • Termini adempimenti fiscali
  • Ritenute per professionisti

Inoltre, il decreto Cura Italia tratta le questioni credito d’imposta per affitti, botteghe, negozi e sanificazione ambienti di lavoro.

Ma non è tutto. E’ prevista la detrazione 30% per donazioni, lo stop mutui prima casa, la proroga domande indennizzi risparmiatori, il congedo speciale e voucher babysitter per genitori, bonus per chi lavora in sede e tanti altri incentivi per lavoratori e studenti.

Bonus per partita IVA

Stando alle regole presenti nel decreto Cura Italia, si offrirà un aiuto ai lavoratori autonomi, con partite IVA e Co.co.co:

“In arrivo un’indennità di 600 euro per il mese di marzo per i lavoratori autonomi, le partite Iva, i co.co.co, gli stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali, gli operai agricoli a tempo determinato e i lavoratori dello spettacolo”.

Per usufruire di tale incentivo, bisognerà fare la domanda all’Inps.

Poi, quando l’ente avrà certificato tutti i requisiti del lavoratore autonomo, si procederà con il versamento di una tantum. Di conseguenza, la cifra sarà netta e non vincolata da tasse e contributi.

Visto l’andamento delle cose, è probabile che ci sarà il rinnovamento di tale misura anche per il mese di aprile.

Previsioni economiche

In conclusione, a seguito delle varie tematiche trattate possiamo farci un’idea generale di ciò che potrebbe accadere all’economia del nostro Paese.

Sulla questione coronavirus, non è affatto semplice capire nel dettaglio quale sarà l’andamento, a causa di una serie di variabili, tra cui i decreti messi in atto dai maggiori esponenti politici.

Tuttavia, si prevede che mantenendo un atteggiamento rigoroso, sarà possibile rialzarsi non prima dei prossimi due mesi.

La pandemia porterà molto probabilmente alla chiusura di numerose attività, in particolar modo quelle basate sullo scambio commerciale extra europeo o che comunque non consentono affatto di procedere con lo smart working o con altre misure.

Dal punto di vista internazionale, l’Italia sta subendo un brutto colpo ma potrebbe rialzarsi anche grazie alla collaborazione degli altri Stati. Proprio a tal proposito, Sergio Mattarella ha dichiarato:

“Il momento che attraversiamo richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione.

Inoltre, alla cabina di regia costituita dal Governo spetta assumere – in maniera univoca- le necessarie decisioni in collaborazione con le Regioni, coordinando le varie competenze e responsabilità.

Senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nelle capacità e nelle risorse di cui disponiamo. Dobbiamo e possiamo avere fiducia nell’Italia”.

Insomma, sarà molto dura all’inizio. Ma ciò non toglie che tra qualche mese possano esserci grandi cambiamenti, che abbracciano non soltanto la sfera economica, bensì anche quella politica.

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