SHARE

Tra le attività che si possono svolgere da casa c’è il lavoro fatto a mano, che in alcuni casi si può svolgere senza l’obbligo di possedere una partita iva, stiamo parlando ad esempio degli hobbisti: se si vendono le proprie creazioni bisogna sapere come regolarsi da un punto di vista fiscale; quali sono gli adempimenti per partecipare ad esempio a un mercatino per vendere le vostre creazioni? Queste sono alcune delle principali domande che dovete porvi prima di iniziare questa attività.

Vendita prodotti fatti a mano

Sono molte le persone che realizzano prodotti fatti a mano come passione. Il vostro obiettivo è quello di monetizzare questa passione.

Per rispettare le normative, senza possedere una partita IVA è necessario avere un quadro completo ci sono molte variabili, ed è bene fare attenzione a non sbagliarsi; si perchè oltre alla normativa nazionale vi sono poi i vari regolamenti regionali. È importante non rischiare di incorrere in problemi con l’Amministrazione finanziaria.

Per determinati articoli ci sono possibilità diverse; ci sono gli oggetti frutto della propria manualità , gli oggetti vintage nei mercatini, su eBay, su Etsy e altri siti simili. Quello che si avvicina di più al caso vostro è l’attività di hobbista.

Infatti, l’articolo 28 del D.Lgs. 114/98 rimanda alle varie disposizioni regionali che a loro volta definiscono gli hobbisti come: “operatori non professionali che vendono, propongono, espongono, o barattano, in modo sporadico ed occasionale, prodotti di modico valore, per lo più opere della propria creatività o del proprio ingegno”.

Potete vendere senza partita IVA, o fare baratto o scambio di prodotti di modico valore, cioè prodotti che non possono in ogni caso avere un valore superiore a € 250, il limite in alcune regioni scende fino a € 100. dovrete svolgere la vostra attività in modo occasionale, cioè svolta in modo del tutto saltuario, in modo non professionale, senza vincolo di subordinazione e senza vincolo di mezzi. Ad esempio, rispetterete il limite se deciderete di partecipare a uno o due mercatini all’anno, ma non se praticate tutti i mercatini della regione, ogni settimana. Inoltre, i ricavi derivanti dall’attività, devono essere certificati dal rilascio di una ricevuta non fiscale.

Se vi rispecchiate in questi requisiti allora rientrate nella categoria degli hobbisti. Sarete quindi considerati come vendori di prodotti realizzati a mano in maniera non professionale.

È bene fare una distinzione, che servirà per schiarirvi ulteriormente le idee circa questo tipo di attività, in particolare l’attività di hobbista e di chi produce a mano i suoi prodotti; definire quindi quando è necessairo aprire una partita iva: Gli articoli 4 e 5 del DPR 633/72 dicono rispettivamente:“per esercizio di imprese si intende l’esercizio per professione abituale, ancorchè non esclusiva.”

Attività commerciali o agricole di cui agli articoli 2135 e 2195 del codice civile, anche se non organizzate in forma di impresa, nonché l’esercizio di attività, organizzate in forma di impresa dirette alla prestazione di servizi, che non rientrano nell’articolo 2195 del codice civile: per esercizio di arti e professioni si intende l’esercizio per professione abituale, ancorchè non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di persone fisiche, ovvero da parte di società semplici o di associazioni, senza personalità giuridica, costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata delle attività stesse.

Inoltre, nel 1977, la circolare delle Finanze 7/1946 aveva stabilito che: l’attività svolta in forma abituale deve intendersi un normale e costante indirizzo dell’attività del soggetto che viene attuato in modo continuativo: deve cioè trattarsi d iun’attività che abbia il particolare carattere della professionalità.

Come vendere prodotti fatti a mano

Facciamo un esempio di un lavoratore dipendente, che nel tempo libero si dedica alla realizzazione di piccole bomboniere fatte a mano che espone e a volte vende ad amici e conoscenti.

La sua attività è saltuaria in quanto viene svolta senza abitualità, né continuità. Questi guadagni poi non rappresentano per il soggetto la fonte principale di reddito, ma un piccolo arrotondamento. Questo è il tipoco caso in cui non c’è obbligo di Partita IVA.

Un altro caso, quello di un lavoratore nell’azienda familiare, con un’altra attivià che prevede la realizzazione di braccialetti fatti a mano acquistando materiali assemblandoli e rivendendo gli oggetti.

Partecipa con molta frequenza nei mercatini della sua regione, ed opera anche su portali di vendita online. In questo caso vediamo come il tempo dedicato a questa attività è sicuramente costante e rilevante. Quindi è necessario essere in possesso della Partita IVA. Questo in quanto l’attività del soggetto in questione presenta caratteristiche di abitualità.

Lavori manuali guadagno

Un terzo esempio è quello di uno studente di economia, che impartisce occasionalmente lezioni private a studenti delle superiori. L’occasionalità gli permette sicuramente di operare senza obbligo di Partita IVA.

La differenza che abbiamo visto ci fa capire come l’attività di lavoro occasionale è diversa dalle attività di lavoro autonomo svolte abitualmente, in cui il fattore tempo è la discriminante principale.

Il lavoro regolare e continuativo obbliga il professionista all’apertura di una partita Iva e di una posizione previdenziale, mentre il lavoro occasionale autonomo non obbliga all’apertura di una partita Iva; in questo caso però è necessaria l’apertura di una posizione presso la gestione Separata, se si superano i 5mila euro di compensi annui.

Praticamente il lavoro autonomo occasionale e il lavoro autonomo con partita Iva si distinguono in base a come è organizzato e a quanto è più o meno abituale l’esercizio di un’attività.

lavori a mano business plan

Se fate i vostri lavori a mano, potete fatturare nei confronti di più committenti; non comporta di per sé il venir meno dell’occasionalità dell’attività, a prescindere dagli importi fatturati: in questi casi, per evitare eventuali problemi, potete produrre sempre oggetti diversi; in questo modo eviterete contestazioni, proprio perchè la diversità dell’oggetto delle prestazioni vi tutela da quel punto di vista. Ad esempio, se lo stesso lavoratore indipendente, va a fare una consulenza aziendale e, in seguito aiuta un cliente nella redazione di un business plan e ancora effettua ripetizioni per un altro committente, trattandosi di lavori con oggetto differente non può verificarsi la continuità nell’esercizio della stessa attività. Allo stesso modo, i vostri lavori fatti a mano dovranno quindi essere ogni volta di natura diversa; se realizzate ad esempio delle borse fatte a mano per un committente, la vota successiva dovrete realizzare qualche altro prodotto, che può essere comunque inerentte alle vostre passioni e inclinazioni, purchè non ci sia la serialità e l’impegno a tempo pieno del lavoro.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.