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insegnare-italiano.Fino a qualche anno fa il sevizio di doposcuola, sia nelle scuole pubbliche che in quelle private parificate, veniva fornito alle famiglie direttamente dagli istituti e rappresentava un vantaggio per chi non poteva andare a prendere i figli prima delle 17.30-18. Da una parte si assicurava che i bambini fossero seguiti, anche nei compiti, e dall’altra i genitori potevano gestire al meglio la giornata lavorativa.
Adesso invece sono sempre meno le scuole che assicurano questo tipo di servizio, almeno in maniera continuativa. Esistono i cosiddetti ‘rientri‘, ma sono al massimo un paio di giorni alla settimana. E allora come fare? A questa domanda rispondono i doposcuola privati che possono essere di varie forme e vi spieghiamo perché.

Doposcuola a casa come si organizza

Il doposcuola di gruppo viene di solito organizzato da privati e associazioni (non necessariamente Onlus) che si occupano dell’assistenza per lo studio e si possono svolgere in due modi differenti: o la scuola decide comunque di mettere a disposizione le sue aule e i locali che servono, a cominciare dai bagni e fagli spazi comuni, per non spostare i bambini facendo venire insegnanti e responsabile del doposcuola da fuori. Oppure è direttamente chi organizza il doposcuola che si occupa anche di quello utilizzando locali della propria sede, affittati per l’occasione oppure ancora le stanze di una casa privata.
Fondamentale, qualunque sia la soluzione scelta, è la selezione del personale: tutti gli operatori che seguono il doposcuola infatti dovranno essere qualificati, in grado di poter effettivamente seguire le attività dei bambini ed interagire con loro.
In genere è preferibile che i gruppi del doposcuola non siano mai troppo ampi, al massimo di sette-otto bambini in modo che possano essere seguiti al meglio sia nei compiti che nella ricreazione. Da una parte l’insegnante o l’educatore avrà più tempo per ognuno e dall’altra i ragazzi si sentiranno più tranquilli perché potranno imparare cose nuove sapendo di essere in un ambiente che non li considera soltanto un numero.
Un altro vantaggio del doposcuola è che i bambini delle elementari possono fare un’attività che per molti è considerata noiosa come quella dei compiti in un ambiente che è quasi come quello familiare, rimanendo sempre con persone che conoscono.

Doposcuola vantaggi e svantaggi

Organizzare un doposcuola per bambini dai 3 ai 14 anni però non è così semplice perché si tratta pur sempre di un’attività lavorativa e come tale bisogna osservare alla lettera le norme che la regolano.
Anzitutto per aprire un doposcuola, oppure prestare servizio di doposcuola in in istituto, si deve essere in regola sia sotto il profilo fiscale che sotto quello assicurativo oltre che legale. Quindi se l’attività è in locali diversi da quelli della scuola, dovranno essere certificati come agibili dalla Asl e le norme igienico-sanitarie devono essere rispettare alla lettera.
Occorre quindi che la stanza o le stanze dedicate siano dotate dei dispositivi di sicurezza che tutti i locali aperti al pubblico devono possedere per essere a norma, comprese le uscite di emergenza e ci devono essere i giusti spazi sia per lo studio che per lo svago. Ecco perché spesso le associazioni che si occupano di doposcuola affittano spazi in Enti o istituzioni già in regola sotto questo profilo, in modo di essere coperti senza dover effettuare lavori diversi che li caricherebbero di spese ulteriori andando poi a gravare sull’utente finale.
Per un’attività di questo tipo quindi servono anche fondi da investire, almeno inizialmente. A venirci incontro, se decidiamo di intraprendere questo percorso, è la ‘legge sull’auto-impiego’, un pacchetto di incentivi e finanziamenti per mettersi in proprio o avviare una piccola attività imprenditoriale che però non copre i costi sostenuti per la formazione di terzi ma piuttosto è destinata agli interventi di natura strutturale e per l’acquisto dei beni.
In particolare per le spese destinate alle forniture elettriche come gas, luce oltre che per l’affitto è presente, poi, una copertura fino a 5000 euro. Questi soldi ovviamente non si possono utilizzare invece per le assunzioni e i pagamenti del personale.

Doposcuola: Adempimenti fiscali e tariffe orarie

I pagamenti e le quote da richiedere per l’attività di doposcuola dipendono anche dall’aspetto fiscale. Se infatti chi dà lezioni privatamente ha una ritenuta d’acconto pari al 20% e si iscrive alla gestione separata dell’INPS fino ad un tetto massimo di 5000 euro incassati, quindi può tarare le cifre sul numero di studenti che segue, in questo caso vanno seguiti tutti gli obblighi fiscali.
Quando si apre un doposcuola privato, indipendentemente dal fatto che venga svolto nella scuola stessa oppure in locali propri, si deve comunque dichiarare automaticamente alla Camera di commercio l’inizio della propria attività produttiva, indipendentemente da quanto si andrà a produrre.
Tutto questo comporta aprire la relativa partita Iva, che è un passaggio in realtà molto semplice e per il quale non serve necessariamente appoggiarsi ad un commercialista o ad un Caf, ma andare direttamente in Camera di commercio. Poi, a seconda di quello che si guadagna, si entrerà nelle fasce di aliquota proporzionali e quindi in base a quella si faranno i versamenti.
Tutto questo per spiegare che la retribuzione ad ore dipende anche dal margine che si vuole ottenere tra entrate e uscite. Sono due infatti in genere i tipi di quote che vengono richiesti alle famiglie. O un’iscrizione annuale al servizio di doposcuola che, a seconda delle ore coperte comprende anche il gioco e la merenda pomeridiana, con quote fisse mese per mese.
Oppure un primo versamento iniziale per la tessera di frequenza e poi pacchetti diversificati che possono essere settimanali, mensili, a gruppi di dieci. In pratica si pagano soltanto i giorni in cui si vuole frequentare, come fossero abbonamento. In genere comunque la tariffa oraria si aggira sui 10-12 euro a bambino.

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